Titolo: Al giardino ancora non l’ho detto
Editore: Ponte alle Grazie 2016
Consapevole di quanto la sua malattia le porterà via la possibilità di lavorare, di scrivere, di decidere del giardino che da anni circonda la sua casa e che lei ha continuamente arricchito; decide di scrivere al giardino di ciò che le sta capitando. Leggiamo così di come gradualmente perde la sua autosufficienza, e le scelte che fa per cambiare la sua casa e la cura del giardino. Le persone che ha intorno sono importanti per Pia soprattutto perché possano assicurarle che il Giardino continuerà a vivere dopo di lei. In questo rapporto così stretto con il suo Giardino Pia, spiega anche le domande che si pone riguardo a come vorrà morire. Anche queste pagine sono molto intense.
Titolo: Il mercante di luce
Editore: Einaudi, I coralli 2014
In questo libro il Professor Vecchioni racconta, quasi fosse un’ aubiografia , come un padre, amante dei classici non solo perche li insegna, parla a suo figlio adolescente che non potrà crescere. Il figlio ,a causa di una particolare malattia ,la progeria, a 15 anni sa di non avere più tempo per “vivere” tanto cose della vita che però vuole “sentire,vedere,annusare “. Certo è che, per il Professore , è diverso insegnare i classici ai suoi universitari, rispetto a parlarne al figlio per fargli” assaggiare” quella vita che non potrà vivere “veramente”. Vecchioni in occasione della presentazione del ”Il Mercante di luci” agli studenti del liceo classico “Campanella” di Reggio Calabria alla domanda “Ma cosa è la morte ? “ ha risposto : “ Non ho paura né della vita né della morte, ma conosco tanta gente che ha paura di vivere”. Questo libro,intenso e coinvolgente dà un prezioso aiuto a “vivere intensamente” anche la malattia e la morte con la forza della lettura dei classici.
Titolo: Il grande campo della vita
Editore: Storie di Hospice LiNDAU 2011
I primi dieci anni di “Vita”, dell’Hospice dell’ospedale Luigi Sacco di Milano sono raccontati dalle narrazioni dei suoi protagonisti: pazienti, medici, infermieri e volontari. “Tra le pieghe di queste storie, è la vita che nelle sue manifestazioni più infinite vuole essere narrata. Rabbia, ironia, liberazione. Vissuti e incontri, passioni e attese, al centro sempre l’uomo, la persona in tutta la sua ampiezza. Accompagnare, vuole dire proprio questo: farsi compagni di strada. Accogliere, disporsi a ricevere a piene mani.”